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Carciofi

coltivazione, varietà, storia



STORIA
Abbiamo traccia dei carciofi già dai Greci e dai Romani che, attraverso alcuni scritti, ne tramandavano gli scopi alimentari e anche farmaceutici di questi ortaggi, descrivendone le tecniche di coltivazione impiegate.
In Sicilia, durante l’epoca imperiale romana, vi erano intense coltivazioni di carciofi.
Poi, in seguito alla dominazione araba dei paesi Mediterranei, grazie alla riconquista Cristiana del periodo Medievale, la coltura dei carciofi venne reintrodotta.
Il periodo di maggior fortuna e conoscenza di questa pianta si ha all’inizio nel XVI secolo, quando il suo consumo inizia a diffondersi in tutta Europa, comparendo anche nei trattati di cucina. A quel tempo viene considerato un bene di lusso per le persone più ricche.
Da metà ‘500 troviamo i carciofi raffigurati nelle opere d’arte, in particolar modo nei famosi dipinti di natura morta, insieme a fiori e frutti molto rari e ricercati.
Durante il XIX secolo, francesi e spagnoli esportarono i carciofi negli Stati Uniti, sopratutto in Louisiana e California, sviluppandone così un intenso mercato.
Nel nostro paese ci fu un vero e proprio boom della coltivazione dagli anni ‘20 del secolo scorso, per merito delle opere di bonifica e trasformazione agraria che portarono alla riforma fondiaria nel Sud Italia.

LA PIANTA
La pianta del carciofo, erbacea e perenne, ha un fusto allungato con un’altezza che va dai 50cm fino a 2 metri con grandi foglie di colore verde / grigio.
I frutti, con o senza spine, hanno una forma ovale allungata e sono di colore grigio-bruno.
I fiori azzurri si trovano sul ricettacolo, chiamato "cuore", e formano un capolino.
Per la coltivazione, il carciofo ha bisogno di un clima mite e umido ma può resistere anche a temperature basse, prossime a 0 gradi. I carciofi si suddividono in due gruppi:

Rifiorenti: la produzione si sviluppa da ottobre a novembre e continua in primavera fino a maggio, dopo una stasi invernale. Queste varietà presentano un capolino medio-piccolo e quella che appare dopo l’inverno viene destinata all’industria conserviera.
Unifero: quelli appartenenti al gruppo primaverile, da febbraio-marzo fino a maggio-giugno. Queste varietà sono coltivate nelle aree costiere dell’Italia centro-settentrionale con la produzione più pregiata, caratterizzata da capolini più sviluppati.

VARIETA
Tra le varietà di carciofo si distinguono quelle spinose da quelle "inermi", cioè senza spine.
Alla classe degli spinosi appartengono
Spinoso Sardo con una grossa spina giallastra terminale
Spinoso di Liguria
Spinoso di Palermo, di forma più ovoidale.

Quelli senza spine sono:
Carciofo romanesco dai grossi capolini sferici
Violetto di Toscana primaverile
Precoce di Chioggia
Violetto di Catania
Violetto di Provenza, rifiorente tutto l’anno

COLTIVAZIONE
Il mese di giugno è considerato il periodo più adatto per coltivare i carciofi: la pianta è in grado di produrre 10-15 capolini con gambo dai 15 ai 40 cm.
La raccolta avviene tra novembre e aprile.


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